lunedì 14 gennaio 2008

Fauvel: da 'El testament d'Amelia', un esercizio di trasposizione modale di Fausto Bottai

'Il passato ci condiziona, ci sta addosso, ci ricatta. L'avanguardia.. cerca di regolare i conti con il passato. 'Abbasso il chiaro di luna', motto futurista, è un programma tipico di ogni avanguardia, basta mettere qualcosa di appropriato al posto del chiaro di luna.. L'avanguardia (appunto) distrugge il passato, lo sfigura.. Ma arriva il momento in cui l'avanguardia non può più andare oltre, perché ha ormai prodotto un metalinguaggio che parla dei suoi impossibili testi. La risposta postmoderna al moderno consiste nel riconoscere che il passato, visto che non può essere distrutto, perché la sua distruzione porta al silenzio, deve essere rivisitato: con ironia, in modo non innocente.. Penso all'atteggiamento postmoderno come a quello di chi ami una donna, molto colta, e che sappia che non può dirle 'ti amo disperatamente', perché lui sa che lei sa (e che lei sa che lui sa) che queste frasi le ha già scritte Liala. Tuttavia c'è una soluzione. Potrà dire: "Come avrebbe detto Liala, ti amo disperatamente". A questo punto, avendo evitata la falsa innocenza, avendo detto chiaramente che non si può più parlare in modo innocente, costui avrà però detto alla donna ciò che voleva dirle..' (U.Eco, da 'Postille a Il nome della rosa, Bompiani, 1983).
Perché questa lunga citazione? ma perché in qualche modo è qui perfettamente descritta una modalità di lavoro che l'amico Fausto Bottai adotta, forse non sempre, ma sicuramente spesso, nelle sue peregrinazioni in ambito e letterario e musicale. Musicale, in questo caso, e ne parlo io, che pure dovrei occuparmi principalmente di questioni letterarie, perché nella fattispecie è coinvolto anche il suo amico musicista-musicofilo Jacopo da Montaio, e non sta bene -dicono- che uno straparli in prima persona di quel che combina.. In questo 'delitto', infatti, i due, da perfetti complici, si sono divisi i ruoli: uno ha scritto, anzi ri-scritto il brano, l'altro l'ha praticamente realizzato grazie al suo famigerato 'virtual piano'.
Torniamo al dunque: ripensando alla citazione echiana, Fausto potrà dire tranquillamente 'Come avrebbe detto Llobet'.. Già, perché il brano in questione è una ri-scrittura della canzone catalana 'El testament d'Amelia' nella trascrizione per chitarra di M. Llobet. Una ri-scrittura, ribadisco: quindi, chi conosce bene il repertorio chitarristico, in particolare di questo autore, ci ritroverà senz'altro qualcosa di familiare, ma, nello stesso momento, non potrà non notare le differenze.. Nel gioco metalinguistico, nell'enunciazione al quadrato, si è prodotta una sorta di mutazione genetica, che coinvolge non tanto la struttura formale del brano, gelosamente e 'provocatoriamente' conservata, per quanto possibile, (con questo intendendo la scansione ritmica della melodia e degli accordi, molto simile all' 'originale'), quanto la sua intima natura: la melodia si snoda infatti secondo gli intervalli caratteristici di un sistema modale completamente diverso (e conseguentemente anche l'impianto accordale risulta abbastanza 'rivoluzionato'). Si tratta appunto di un 'esercizio di trasposizione modale', una sorta di 'variazione sul tema' sui generis, che coinvolge innanzitutto e in modo direi assoluto e totalizzante la linea melodica del brano preso in esame: questa deve essere infatti 'trascinata' da una struttura modale ad un'altra, lungo un percorso che la sottopone a tensioni e torsioni d'ogni sorta. Provare per credere.
Comunque ne riparleremo.. Anzi, converrà che ne riparlino, con maggior dovizia di particolari e competenza, gli amici musicisti e musicofili colpevoli del misfatto..
Sempre che dopo questa bravata trovino ancora qualcuno disposto ad ascoltarli.. ehm..



Fauvel



http://rapidshare.com/files/82513352/esercizioamelia.mp3.html

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