giovedì 10 aprile 2008

Il Potere evocativo di una chitarra, Omaggio a Françoise Hardy di Angela Cingottini


Eravamo una decina sabato sera a casa di Paolo: camino acceso,le zuppe di Marta, salsicce alla brace, vino: un classico. Tanto per esorcizzare l'inverno che ancora si fa sentire pungente sul poggio di Città della Pieve, in Umbria. E poi, per completare il quadro d'ambiente, esce dalla custodia una chitarra, la seconda della serata, per dir la verità. La prima, quella di Gastone, aveva già assolto il suo compito, suonando come da spartito un paio di pezzi a solo e accompagnando la voce della sottoscritta in un classico di Gershwin: Summertime. Ma poi aveva ritenuto opportuno scomparire, sapendo che ce n'era un'altra, di un amico nuovo , cui si voleva lasciare spazio. E l'amico Carlo, nuovo per noi ma non per il resto della compagnia, ha cominciato a tirar fuori gli accordi che conosce: senza remore e con tanta gioia di poter accompagnare le voci ,all'inizio poco accordate ,degli amici che si sono lasciati prendere dal vortice del revival....Dalla sceneggiata della Cammesella , magistralmente interpretata del padrone di casa e da un'insuperabile Lucia , si arriva a Sapore di sale, Il cielo in una stanza, Sassi, le canzoni di Luigi Tenco, il primissimo De André con Bocca di Rosa e il Testamento e poi man mano gli americani: Paul Anka con Diana, Neil Sedaka con Carol., i Platters con Only you , Elvis... Chi conosce un po' di parole canta, chi no fa il coro muto oppure accompagna con un la la la la che va a formare una melodia sulle audaci armonizzazioni di Carlo. Andiamo avanti per più di un'ora, senza un programma , ma seguendo il motivo che , volta per volta , l'uno o l'altro ricorda e comincia a cantare. Siamo ritornati tutti più o meno bambini, passando in rassegna gli anni '60 e i '70 : Jimmi Fontana con il Mondo, Lauzi con Ritornerai, le belle cose di Mogol- Battisti, Sergio Endrigo. Abbiamo scoperto tutti con gioia di avere un patrimonio che ci accomunava anche in quegli anni in cui ancora non ci conoscevamo e che può continuare a farci sognare pensando a quel tempo magico in cui la vita , comunque , ci si presentava con tante aspettativa diversificate. Poco importa se poi le cose sono state diverse da quello che sognavi. Il sogno è bello di per sé, nell'attimo in cui lo vivi e in quello in cui lo ricordi, appunto perché è o è stato un sogno . E continuiamo a sognare di canzone in canzone, ognuno rivivendo le proprie emozioni, ridendo a crepapelle della convinzione con cui tutti cantiamo. Felici di esserci. E basta. Felici di vivere il sogno comune di tornare indietro nel tempo, reso possibile dalla grinta con cui Carlo continua a dar dentro alle corde, senza che nessuno si chieda se l'accordo è veramente quello che ci vuole: è il potere magico di questo strumento, riuscire in qualche modo a far esprimere suoni significativi anche a chi non ha grandi pretese di competenza musicale o non ne ha affatto. E , a un tratto, Daniela intona Tous les garçons et les filles .....Françoise Hardy.... la ragazzina francese che nel '62 con questo suo testo ha fatto il giro del mondo
. Io ero una bambina e lei aveva qualche anno più di me: me l'ero completamente dimenticata, anche se ho cantato la sua canzone per tantissimo tempo. Qualcuno mi aveva insegnato anche un paio di accordi sulla chitarra per accompagnarmi da me : proprio come faceva lei. Tutti cantano in italiano , ma io la ritiro fuori da un cassetto chiuso della mia memoria in francese. E mi stupisco della mia buona pronuncia, io che il francese lo conosco poco.
La serata finisce con una mia interpretazione di Lili Marlene, in tedesco,ormai è un mio classico , gli amici lo sanno e me lo chiedono volentieri. Qualcuno mi avvicina una lampada a stelo che funge da lampione........ Rimane la sensazione piacevole di due ore passate nel revival e nel sogno ........e anche, per me, la voglia di conoscere che fine abbia fatto Francoise Hardy !
Per fortuna esiste Google e parto all'assalto . Digito poche parole chiave e entro nel sito ufficiale. Stento a riconoscerla nella figura con i capelli corti, bianchi ,in tailleur pantaloni classico, che si staglia su uno sfondo in aperta campagna. Ma è questione di un attimo. Il suo stile riprende il sopravvento e la vedo in decine di foto che ne ripercorrono la vita artistica e privata, una classe e uno charme, è proprio il caso di dirlo, che la accompagna negli anni, facendola rinascere se stessa e diversa nel corso delle stagioni : un po' efebo, un po' un essere androgino, sicuramente affascinante in ogni momento della sua vita. Vado su You tube : parto da Tous les garçons e, anche lì , una canzone tira l'altra. Simili nelle armonizzazioni semplici , spesso per chitarra, ma diverse nei testi profondi ,scritti quasi sempre da Françoise stessa. Testi intimi, vissuti , che potrebbero comunicare tantissimo anche ai ragazzi di oggi, se li conoscessero, e anche ai non più ragazzi. Allo stesso tempo la scopro, giovanissima, affascinante testimonial di Dior mentre canta la deliziosa Comment te dire adieu di Serge Gainsbourg che, poco dopo, mi si presenta anche in un'ottima traduzione tedesca, cantata con perfetta pronuncia e convinzione. Mi si apre una discografia enorme, che continua fino ai nostri giorni e questo mi fa immensamente piacere. Fa piacere constatare che un'artista che divenne un'icona all'inizio degli anni '60 è ancora apprezzata e seguita: significa che non è stato un fuoco di paglia, ma un personaggio vero, di quelli che non si esauriscono nel giro di una stagione. Un po' come il nostro De André -anche lui cominciò con la chitarra. Sembra proprio che questo strumento sia fatto apposta per lasciare spazio e accompagnare discretamente le voci che sanno e hanno storie da raccontare. Tra le varie cose di Françoise scopro che si occupa di astrologia e ha all'attivo varie pubblicazioni : non mi stupisce: una che a vent'anni canta cose come Des rondes dans l'eau o Mon amie la rose e approda a sessanta con testi suoi come lo stupendo Tant des belles choses, può sicuramente avere doti di sensitiva e essere una voce autorevole in settori come la parapsicologia o l'astrologia . Scopro che abbiamo una passione in comune: il tedesco,che anche lei conosce e parla con scioltezza. Leggo di un video clip, sembra, storico ,del '70, mai presentato in Francia , un omaggio a Marlene Dietrich. La critica è più che positiva, il titolo mi affascina: Traume -Sogni .Lo trovo subito e la vedo,in bianco nero, immagini intense, senza tempo,enigmatiche. Stupendi primi piani di profilo e di tre quarti, mentre aspira brevemente fumo da un lungo bocchino .Sembra persa nei suoi pensieri, ma accenna un sorriso quando il testo dice (traduco) -che miracolo il mondo, ogni albero e ogni campo, che miracolo il mondo- Un testo poetico che, in uno splendido tedesco, si interroga sull'essenza dei sogni e sulla loro valenza. Un testo sussurrato sui toni medio bassi che le sono congeniali , una musica senza impennate, in cui le differenze si giocano nei semitoni. La ascolto varie volte, come mi accade di fare quando un brano musicale mi colpisce e già nella mia mente accenna un testo italiano. Non ho mai scritto il testo per una canzone, ma posso provare a creare una traduzione cantabile. Non mi ci vuole molto, sembra una magia. Le parole italiane mi cantano nella testa secondo il ritmo. Non mi era mai accaduta una cosa simile: è già tanto difficile tradurre decentemente poesie, figuriamoci se si tratta di un testo in musica! Però il risultato non mi pare da disprezzare: il testo è fedele ,ho addirittura salvaguardato qualche rima e, quello che è bello, si adatta al ritmo!
Grazie, magica Françoise, che mi hai dato l'opportunità di vivere un momento creativo e, soprattutto, grazie al magico strumento che mi ha offerto l'inizio di questa storia!!

Angela Cingottini
1 aprile 2008.

Traume

Sogni

Traume,die bei Nacht entstehen

Sogni, risplendono nel buio
und am Tag vergehen

e muoiono nel sole
sind meistens garnicht wahr,

non sono realtà.
weil sie unter den Millionen

Nascon da mille illusioni,
unserer Illusionen

sconvolgono intenzioni
geboren sind

di ogni età

Traume sind wie ferne Wolken

Sogni son nuvole lontane
denen andre folgen

che dalle nostre mani
solang es leben gibt .

seguono l'aria.
Sag mir, sag wohin sie treiben,

Dimmi, dove vanno col vento,
wo sie einmal bleiben,

sospinte ogni momento.
weiss nur der Wind.

Non saprai mai.

Wie ein Wunder ist die Welt ,

Guarda il mondo intorno a te,
jeder Baum und jedes Feld .

è un miracolo per noi.
Wie ein Wunder ist die Welt !

Guarda il mondo intorno a te!

Traume,die uns nichts bedeuten

Sogni, per noi non sono niente,
sollte man beizeiten

ma sono nella mente
mit anderen Augen sehen,

e dentro gli occhi tuoi.
Weil sie oftmals unser Denken

Sogni, trascinano pensieri
auf die Wege lenken

verso nuovi sentieri
die wir dann gehen.

che già viviam.

(trad. di Angela Cingottini)

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