sabato 26 luglio 2008

Speciale Emanuele Forni: Intervista di Empedocle70 parte terza

E: Ho visto che suona una Fender Stratocaster da lei “customizzata” con pick up Symour Duncan al ponte e (mi sembra di aver intuito guardando una foto) forse anche inserendo un ponte Floyd Rose, come mai queste modifiche? C’era bisogno di un po’ più di ... grinta? Il Seymour Duncan è un pick up per suoni piuttosto saturi
EF: Per il pick up é una questione di flessibilità: amavo tutti i suoni della Strato ma il primo lo trovavo sempre un po’ anonimo quindi ho preferito cambiarlo per avere a disposizione una scelta di suoni piu’ varia. In effetti quando ho scoperto la Parker, ho capito cosa mi serviva.
Per il ponte invece é stata una scelta obbligata: ci sono brani che richiedono escursioni molto ampie con la barra del vibrato ed il Floyd Rose mi é sembrato subito indicato per questo uso.


E: Nell’intervista a Blow Up Magazine lei cita Third Stone from the Sun di Hendrix come uno dei suoi brani preferiti, come mai questa scelta? Third Stone è uno dei pezzi più psichedelic e cosmici di Hendrix …
EF: Cio’ che mi ha sempre interessato nell’arte é la sublimazione e il fantastico. Quel brano di Hendrix credo che sia uno degli esempi più fulgidi e limpidi di questi due aspetti: é un brano di rock anni 60’ ma può essere visto come prototipo ideale di altri generi quali jazz, blues, fusion, hard rock o ambient;
invece la parte “fantastica” non ha bisogno di spiegazioni nel caso di Hendrix.

E: Ascoltando diverse registrazioni non ufficiali (ad esempio le session con John McLaughlin e Larry Young) e leggendo l’autobiografia di Miles Davis mi sono fatto l’idea che Hendrix fosse pronto a un nuovo “balzo evolutivo“ e che solo la sua scomparsa ci ha privato di una figura nella chitarra elettrica pari a quelle di John Coltrane per il sax soprano e Miles Davis per la tromba, lei cosa ne pensa?
EF: Come tutti i geni é chiaro che il suo percorso artistico si sarebbe sviluppato in una nuova evoluzione ma sinceramente non saprei dire in che direzione. Sarebbe come chiedersi in che direzione sarebbe potuto andare Coltraine dopo Giant Steps, chi avrebbe potuto pronosticare una evoluzione come quella che lo ha portato, dopo qualche anno, a A Love Supreme? Forse neppure Coltraine stesso.

E: Al di fuori della musica classica e contemporanea ascolta altri generi musicali?
EF: Sono assolutamente onnivoro, da Tuck Andress a Pastorius, dagli AC/DC a Van des Froos, da Gismonti a Redman, da Manu Ciao a le Vibrazioni, da Eric Dolphy a Django Bates, da Aphex Twin agli ORB o agli Ozric Tentacles.

E.: Come vede la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?
EF: Problematico, in particolare per coloro che fanno musica non proprio di massa. Siamo in un periodo di transizione, il mercato non si é ancora spostato definitivamente sul supporto digitale e non sono ancora chiari i nuovi punti di riferimento che andranno a sostituire le major. Precedentemente le grandi case discografiche riuscivano a produrre anche musica di nicchia in quanto godevano degli introiti provenienti dal grande nome. Inoltre riuscivano a garantire una qualità notevole del prodotto finito. Attualmente pochissime case producono CD che non garantiscano il ritorno almeno dei costi di produzione quindi e spesso si chiede agli artisti di coprire tali costi. In teoria, dovrebbero essere gli artisti stessi a bypassare la casa discografica e promuovere la propria musica, ma non credo che soluzioni tipo “MySpace” siano la risposta definitiva in quanto non si riesce ancora a coprire tutte quelle competenze passate. Il libero mercato di Internet crea enormi possibilità al pubblico di decidere cosa va premiato con le vendite e cosa no, ma al tempo stesso non aiuta quelle realtà indispensabili per la musica di domani e cioè la ricerca (o la sperimentazione). Non possiamo correre il rischio di far cadere nell’oblio i nuovi Nono o i futuri Ligeti: dobbiamo trovare degli “ammortizzatori sociali musicali” che attualmente non riesco ancora e identificare con chiarezza. Pochissimi sponsor sono attualmente interessati a promuovere registrazioni di una certa qualità nel mondo della ricerca sperimentale quindi come possiamo far conoscere i nuovi nomi della composizione contemporanea? solo con le commissioni di brani da concerti che spesso vengono eseguiti una sola volta? Non credo.

E: Ci consigli cinque dischi per lei indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta …
EF: I miei gusti nell’ascoltare musica cambiano rapidamente quindi posso consigliarti le ultime cinque incisioni che mi hanno affascinato: Café Zimmermann (Charles Avison), Henri Agnel (Istanpitta: Danses florentines du Trecento), Luca Francesconi (Etymo), Airto Moreira (Creek), Andreas Scholl (An die Einsamkeit). Sono troppo curioso per soffermarmi per sempre su 5 brani che ritengo siano i migliori in assoluto.

E: Quali sono invece per lei i suoi cinque spartiti indispensabili?
EF: Anche per gli spartiti vale un discorso simile all’ascolto della musica: m’innamoro facilmente e quindi la partitura migliore é quasi sempre l’ultima suonata. Attualmente trovo sbalorditive le musiche di Domenico Mazzocchi (monodie), Benedetto Ferrari (monodie), Moulinié Étienne, Gilles Binchois, Kaija Saariaho (L’amour de loin).

E: Con chi le piacerebbe suonare?
EF: con troppa gente! Paolo Fresu, Flea (Red Hot), Paco de Lucia, Keith Jarrett, Dave Matthews, musikFabrik, King Crimson, Philippe Racine, Sergio Azzolini, Il Giardino Armonico, Claudio Abbado, Jordie Savall, Nigel North... ce ne sono troppi per fortuna.

E: Quali sono i suoi prossimi progetti?
EF: e anche quelli non mancano: con Guido de Flaviis (uno dei migliori sassofonisti europei a mio parere) stiamo preparando il nuovo repertorio per varie chitarre e sassofoni; sto lavorando sulla musica per liuto e tiorba di Alessandro Piccinini; perfeziono un concerto “solo” con il quale ho gia fatto qualche data dal titolo “In Stile Moderno – Antiche Musiche Italiane (?)” che propone un repertorio antico ed un suo “double” di composizioni contemporanee per liuti vari sempre di autori Italiani che si sono fatti ispirare da autori del primo ‘600; poi le registrazioni di musica da camera e bassi continui barocchi, non ci si annoia.





grazie per la sua diaponibilità e .. tanti auguri per i suoi futuri lavori



Empedocle70

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