mercoledì 3 settembre 2008

Recensione di De Fossa Trois Quatuors op.19 di Lorenzo Micheli Matteo Mela Ivan Rabaglia Enrico Bronzi, Stradivarius


Personaggio singolare Francois De Fossa (Perpignan 1775 – Parigi 1849), figlio di un noto storico e giurista, militare di professione prima nell’esercito spagnolo poi in quello francese agli ordini di Giuseppe Bonaparte, chitarrista, compositore e amico di Dionisio Aguado di cui trascrisse la “Escuela de guitarra” in versione francese. De Fossa si contraddistingue per una carriera musicale parallela se non alternativa a quella militare, e per l’apprezzamento ricevuto dal pubblico che arrivava ad eleogiarlo come “l’Haydn della chitarra”.
Il Volume 8 della Guitar Collection della Stradivarius fa uscire dalla camera del tempo i tre Quartetti op. 19, pubblicati nel 1825 e dedicati al conte di Montboissier, e di cui tra l’altro non mi risulta esistano altre incisioni a disposizioni, sicuramente non così esaustive, in quanto finora l’attenzione dei chitarristi sembra essersi di più posata sui Trii op 18 e il Gran Duo op 2.
Caratteristica particolare di queste musiche è la formazione insolita del quartetto: due chitarre, violoncello e violino, una combinazione che rappresenta una novità anche per la nutrita letteratura cameristica dell’epoca. Chiamati a confrontarsi con queste opere quattro validissimi professionisti come Lorenzo Micheli e Matteo Mela alle chitarre, Enrico Bronzi, noto per essere da anni il violoncellista del Trio di Parma, formazione di notevole spessore e bravura, e Ivan Rabaglia, anche lui membro fondatore del Trio di Parma e noto concertista internazionale.
Con quattro interpreti di questa levatura viene quasi superfluo dire che “ci piace vincere facile”. La musica scorre serena, lieve e senza alcuna forzatura, stiamo parlando di quattro virtuosi che lo sono al punto tale di far sembrare facile e scorrevole ciò che invece sappiamo richiedere notevole talento e dedizione. E’ un salto temporale quello che ci fanno percorrere in questi 62 minuti di ottima musica, il quartetto apre per noi una finestra sulla storia musicale dell’800 e per questo non possiamo che essergli grati.

Registrazione eccellente e equilibrata per pulizia e dinamica, molto bello il libretto con le note esplicative di Lorenzo Micheli, un vero mini saggio su De Fossa e le sue musiche.

Empedocle70

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