martedì 23 settembre 2008

Restauro del piano a cilindro Mola di Giuseppe Garibaldi


Nel 2003 la Soprintendenza dei Beni Culturali di Sassari decise di restaurare il grammofono appartenuto alla figlia, l’Ariston e il piano a cilindro dell’eroe dei due mondi che, a causa delle pessime condizioni in cui si trovavano, erano divenuti strumenti musicali muti.

A causa dell’oblio prettamente italiano in cui è caduta la musica meccanica, non è semplice trovare professionisti in grado di restaurare in modo completo e competente gli strumenti meccanici, ed è per questo che la soprintendenza dei beni culturali di Sassari si rivolse all’ AMMI: unica associazione culturale di musica meccanica in tutta Italia. Il primo dei tre restauri ha interessato l’Ariston, prelevato dalla casa garibaldina di Caprera nel 2003, riconsegnato nel febbraio 2004 e restaurato da Mauro Baldazza e Dino Gianotto. Il secondo dei tre restauri è stato rivolto, invece, al piano a cilindro. Il lavoro di restauro, rigorosamente conservativo, ha interessato sia le parti meccaniche e di lettura, sia la parte estetica ed è stato eseguito da un’equipe di professionisti. Il piano a cilindro è stato riconsegnato funzionante e, nel 2007, verrà corredato da un secondo cilindro chiodato da Marco Gianotto e che conterrà la melodia dell’Inno di Garibaldi ed altre arie coeve allo strumento.

Relazione tecnica sul restauro del piano a cilindro Mola di Giuseppe Garibaldi

Il restauro del piano a cilindro MOLA, ha richiesto particolare attenzione perché lo strumento per molto tempo (troppo) ha soggiornato in un ambiente stracarico di umidità che ne ha compromesso il funzionamento e arrecato danni gravi. La prima operazione effettuata è stata quindi quella di sistemarlo in ambiente idoneo a fargli smaltire l'umidità graduando l'intervento in modo da non fargli subire traumi dovuti a bruschi salti di temperatura. Stabilizzata questa prima operazione si è passati ad un accurato esame delle parti al fine di avere esatta cognizione delle reali condizioni di conservazione e, conseguentemente, poter decidere quali interventi adottare per un corretto restauro. Il referto che ne è derivato non è stato consolante. La struttura portante posteriore della pianola (piantoni) presentava per tutta la parte bassa gravissimi danni derivanti in parte da tarli ma soprattutto da umidità; il tutto condito da un intervento di rafforzamento desolante. Aggiunta di pezzi di legno messi a tamponare la struttura posizionati in modo inadeguato e privi di ancoraggi sicuri, integrati da abnormi quantitativi di colla utilizzata come se dovesse essere malta da intonaco.
Una infiltrazione di acqua partita dalla tre quarti destra del somiere, ha scavalcato il capo tasto ed è scesa diagonalmente sulla tavola armonica seguendo il ponte per terminare sulla centina inferiore. Tutte le parti interessate da questo flusso di acqua hanno subito un ulteriore danno consistente nell'avvelenamento da ruggine di parte del somiere, di una grave deformazione della tavola armonica e gravissima marcescenza della centina. Le corde risultano attaccate in modo rilevante dalla ruggine con conseguente inidoneità ad essere riutilizzate. La martelliera presenta un inspiegabile intervento consistente nel riscaldamento di tutti i vani di scorrimento dei martelli (fino a giungere alla bruciatura) quasi si volesse con questa operazione tentarne uno smontaggio finalizzato a recuperarne i giochi eccessivi. Si presume che l'operatore non abbia capito quali operazioni dovesse eseguire per effettuare uno smontaggio opportuno. Il risultato è consistito in un grave danno del manufatto seguito da un tentativo di rimessa in pristino mediante l' inserzione di viti di fissaggio anche queste posizionate in posti del tutto inadeguati che hanno recato ulteriori danni. Un intervento effettuato sui martelli infine (ricopertura) conferma ancora di più il fatto che ad eseguirlo sia stata persona animata sì da buona volontà, ma priva di opportune conoscenze della materia. È mancante una noce, due aste e due un martelli. Al momento di quasi tutti i martelli restanti risultano recuperabili soltanto le anime in legno.
La centina oltre ad essere gravemente intaccata dai tarli e marcia a causa dell'acqua assorbita, è stata fissata ( o almeno il tentativo è stato quello), con bulloni passanti che terminavano non sui piantoni ma su tamponi aggiunti per giunta non convenientemente fissati. E' stato aggiunto, forse per un tentativo di rafforzamento della struttura, nella parte inferiore destra un fazzoletto di truciolare!?!? Per quanto attiene alla meccanica riferita alla parte degli organismi deputati a imprimere il moto rotatorio al cilindro, si riscontra un danno alla vite senza fine consistente nella rottura di due filetti, e deformazioni all'ingranaggio per la maggior parte dovuti all'usura da funzionamento. Il cilindro presenta una pronunciata brutta crepa longitudinale frastagliata ed altre di minore importanza sempre nello stesso senso. Altre crepe si riscontrano sulle testate e sotto all'ingranaggio di trazione. Ruggine infine su ogni parte metallica in ferro.
Il mobile è discretamente conservato nella parte alta mentre nella parte bassa evidenzia attacchi da tarli e sulla destra gravi marcescenze al piede. Le due colonnine sistemate fra i piedi ed il vano cilindro risultano già state rifatte e riposizionate alla buona senza gli opportuni incastri.

Restauro

Prima di iniziare il restauro si è discusso a lungo circa gli interventi da fare e vi è da dire che non sempre lo scrivente era d'accordo con il tecnico delle sovrintendenza di Sassari, signor Pietro Usai, (al quale vanno i miei migliori ringraziamenti per i suggerimenti che mi ha fornito) ma alla fine ci siamo trovati d'accordo su tutto senza riserve. Tutti gli interventi sono stati finalizzati alla conservazione dello strumento ponendo in essere il massimo rispetto per l'opera.
Per prima cosa si è provveduto allo smontaggio del cilindro, della vite senza fine, della martelliera e di tutte le parti meccaniche esterne (dispositivo a ghigliottina per il cambio dei motivi e manovella). L'operazione successiva è stata quella di staccare il mobile dalla struttura portante mediante scollaggio a freddo delle parti. Messo da parte il mobile si è provveduto alla rimozione della tavola armonica, del somiere e della centina. Con questa operazione si è messa a nudo la struttura portante che ha evidenziato i danni gravi ed irreversibili ai piantoni tanto da consigliarne la loro sostituzione ( va ricordato che a cose finite questa struttura deve resistere ad una trazione di oltre tre tonnellate mantenendo integra la sua rigidità, altrimenti lo strumento non sarebbe in grado di conservare nel tempo un'adeguata accordatura. Per i piantoni della struttura portante si è utilizzata la stessa qualità di legno (nel caso pino) e a differenza degli originali che erano formati da due tavole incollate fra loro, si è optato per la loro formazione di raggiungere l'opportuno spessore utilizzando non più due ma bensì tre tavole incollate. Questa tecnica assicura una maggiore stabilità alle deformazioni. Con lo stesso sistema si sono realizzati i tamponi, sia quelli superiori che quelli inferiori. Il passo successivo è stato quello di assemblare queste parti appena descritte fra di loro.
Per quanto attiene al somiere si sono fatte prove per tentare di recuperarne la funzionalità. Purtroppo il troppo tempo durante il quale è stato esposto all'umidità e l'infiltrazione di acqua che lo ha percorso, ha fatto in modo che il legno attorno alle caviglie si impregnasse di uno strato consistente di ruggine, tanto da impedirne una eventuale riutilizzo che avrebbe comportato un allargamento dei fori ad un diametro non più consono ad ospitare le caviglie. Dal somiere è stato comunque recuperato il capotasto che è stato riportato su quello nuovo.

Tavola armonica

La tavola armonica che, come già detto, risultava fessurata in tutte le sue giunzioni è stata smontata in tutte le sue parti, tavolette, bordini, catene. Sono state messe in forma quelle tavole che risultavano deformate e successivamente si è provveduto al loro incollaggio; successivamente alla tavola è stata applicato il ponte ed infine, dopo averla posizionata in apposita culla, gli sono state incollate le catene per ottenerne l'esatta curvatura. Idonea verniciatura ha completato l'opera. La centina inferiore, praticamente inconsistente, è stata rifatta esattamente come l'originale e riposizionata perfettamente a combaciare con la parte inferiore della tavola armonica. Il fazzoletto inferiore di truciolare, posto forse per un tentativo di rinforzo non è stato ripristinato.

Martelliera

La martelliera è stata completamente smontata e risarcita delle parti rotte o mancanti. Si è provveduto a rifare la fresatura per il filo di tenuta dei martelli ed a sostituirlo con altro di diametro leggermente superiore per poster riprendere i giochi. Tutti i buchi che erano serviti per posizionare viti incoerenti con il manufatto sono stati chiusi con tenoncini.
La struttura è stata ripristinata ed incollata come in origine. I martelli sono stati infeltrati ed impellati come in origine e si è provveduto a ricostruire quelli mancanti.

Meccanica

Alla vite senza fine sono stati ripristinati i due filetti rotti mediante inserzione di tasselli di legno che sono stati poi modellati a seguire il filetto originale. Anche all'ingranaggio del cilindro è stato riportato un tassello per riprendere alcuni denti che risultavano usurati e non più idonei a sopportare lo sforzo dell'avanzamento.

Somiere

Il somiere è stato posizionato sulla struttura portante mediante collaggio ed assicurato ulteriormente alla coperta con inserzioni trasversali di legno con forma a coda di rondine.

Cilindro

Per la crepa più consistente del cilindro si è provveduto a praticare una fresatura adeguata a V ed a inserire opportuno listellino sagomato. Anche tutte le altre crepe sono state risarcite con l'inserzione di legnetti, così anche quelle che si trovavano sotto le due testate di ottone. Per quanto attiene invece al ripristino dei chiodi mancanti, al loro corretto posizionamento riferito alla tastiera, il manufatto è stato affidato al musicista M.o Marco Gianotto .

Dino Gianotto

Ringraziamo l' A.M.M.I. (Associazione Musica Meccanica Italiana)


per aver concesso la pubblicazione di questo articolo

Filmato 3D del piano a cilindro (2,2M)


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