giovedì 16 ottobre 2008

Recensione di From the Piano, Sonar del Trio Concentus di Empedocle70


Nell'ambiente musicale, per trascrizione si intende selezionare la melodia principale di un brano (per orchestra o strumento solista) e trascriverlo, appunto, per un organico differente. E’ una pratica diffusa praticamente da sempre e che nel corso del ‘900 è stata caratterizzata da una trasformazione non venendo più finalizzata alla semplice creazione di una versione alternativa del brano ma ad una sua complessiva riscrittura. Un esempio eclatante in questo senso sono i Quadri di un'esposizione di Modest Musorgskij ad opera di Maurice Ravel, il cui spirito aleggia benevolmente su questo cd.

Il Trio Concentus, formato da tre solisti eccellenti come Vincenzo Di Benedetto, Stefano Palamidessi e Arturo Tallini, si muove in questa direzione realizzando un opera pregevole dove vengono rilette sia i Quadri di un’esposizione di Musorskij che tre opere di Ravel: Le Tombeau de Couperin, Pavane pour une Infante Defunte e Alborada del grazioso.

Il trio rilegge queste opere senza cercare colpi ad effetto orchestrali, tutto si basa sulla capacità delle tre chitarre di coprire (tramite l’uso di scordature e di una chitarra bassa accordata una quinta sotto) la medesima estensione del pianoforte che qui viene preso come parametro di riferimento. Niente colpi ad effetto quindi, niente effetti speciali, nè trucchi di registrazione ma “solo” la grande abilità dei musicisti e una escursione dinamica notevole.

Chi cerca effetti speciali rimarrà deluso, chi cerca la semplice “nudità” della musica ne rimarrà incantato, il Trio Concentus da un grande esempio di virtuosismo mai manifesto e fine a se stesso, liberando un suono potente e maestoso. Un grande omaggio a due compositori a cui tanto deve la musica del ‘900. Lasciatevi ascoltare da questo disco, vi regalerà momenti di emozione e serenità.

Empedocle70

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