giovedì 15 gennaio 2009

Arturo Tallini plays Cage 4'33''


Una nota su 4'33''

4'33'' è il pezzo che rappresenta la presenza-assenza

quella di colui che ci sta di fronte, parla con noi, ci guarda e sta pensando ad altro
è altrove, e noi ce ne accorgiamo per il vago senso di inquietudine e fastidio che ci prende la pancia;
una promessa non mantenuta, una solitudine schiacciante, del musicista e del pubblico, a fronte di una comunicazione apparente

....un concertista che attacca....senza mai arrivare a suonare una nota....

Il concertista sul palco, diventa così l'icona del nulla....

ma egli è anche porta aperta su tutto ciò che noi possiamo diventare e intuire dopo 4’33’’di silenzio


Arturo Tallini


56 anni fa il compositore americano John Cage (1912-1992) presentava in pubblico la composizione 4,33, ovvero 4 minuti e trentatrè secondi di silenzio, tanti dovevano bastare al pianista che si apprestava ad eseguire musica classica. John Cage aveva osservato quei pianisti che quando si siedono davanti al pianoforte, prima di battere sui tasti, si concedono lunghi istanti di concentrazione, perfino minuti. Nel 1952 Cage li ha battezzati per tutti 4,33. Fondamentale fu la scoperta del silenzio come spazio di vita sonora, con John Cage quale massimo esploratore. Il silenzio, ha scritto Cage, "è quell'aspetto del suono che può essere espresso sia dal suono che dalla sua assenza, tanto positivamente che negativamente." In genere quando si viene a conoscenza di questo pezzo la prima reazione è quella di meraviglia, poi di dubbio, e infine di divertimento: è senza alcun dubbio una presa in giro.Una provocazione? Anche, ma non solo, perché questa musica ha un senso e, al di là di tutto, si ascolta. La musica è provocata dai rumori involontari o meno dell'esecutore e del pubblico, nonché dell'ambiente circostante. Una possibile chiave di lettura per questo “brano” può essere la rinuncia a qualsiasi intenzione. La rinuncia alla centralità dell'uomo. Il silenzio non esiste, c'è sempre il suono: il suono del proprio corpo, i suoni dell’ambiente circostante, i rumori interni ed esterni alla sala da concerto, il mormorio del pubblico se ci si trova in un teatro, il fruscio degli alberi se si è in aperta campagna, il rumore delle auto in mezzo al traffico. Cage vuole condurre all'ascolto dell'ambiente in cui si vive, all'ascolto del mondo. È un'apertura totale nei confronti del sonoro, del suono. Se vogliamo si tratta di una rivoluzione estetica in chiave teatrale: è la dimostrazione che ogni suono può essere musica.
Berio ha scritto: “musica è tutto ciò che ascoltiamo con l’intenzione di ascoltare musica, e che tutto può diventare musica” (1), Cage ha rivoluzionato il concetto di ascolto musicale, ha cambiato l'atteggiamento nei confronti del sonoro, ha messo in discussione i fondamenti della percezione.
Una musica d'ambiente? Non proprio. La musica d'ambiente propone dei modelli musicali (melodie, ritmi, una forma qualsiasi, non invadente in genere) in un contesto non musicale (aereoporti, centri commerciali...). In maniera del tutto inversa Cage propone un modello non musicale in un contesto musicale (un concerto). Perché eseguire questa composizione silenziosa?Prendiamola come un invito: 4'33'' è una proposta divertita di un compositore umorista, che prende la vita e la musica come un bellissimo gioco infantile in cui ci si meraviglia ancora delle cose. Allora chiudiamo gli occhi e percepiamo i più piccoli rumori delle persone e delle cose che sono intorno a noi.C'è un senso? Non so .. ma alla fine è davvero così importante che vi sia un senso?

Empedocle70

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