sabato 31 gennaio 2009

Recensione del concerto del Duo Ad Libitum a Murano 14 novembre 2008 di Riccardo Giubilato

Rilanciare il binomio chitarra-Italia a fianco di un ben più comune binomio chitarra-Spagna: con questo intento si apre il sipario della serata organizzata dall’associazione “Centro Musica Murano” che vede il duo “Ad Libitum” esibirsi a Palazzo Da Mula, nell’isola veneziana di Murano. Il duo “Ad Libitum”, composto dai giovani Leonardo de Marchi e Giacomo Costantini, nasce alla fine del 2006 con la volontà di riscoprire il repertorio per due chitarre, in particolare del primo ottocento e del novecento storico.
L’evento ha inizio, dopo una presentazione della serata da parte dell’associazione e del duo, con l’esecuzione delle tre serenate op.96 di Ferdinando Carulli (1770 - 1841). Questa prima metà del programma conferisce un’originalità particolare alla serata, poiché costituita da significative pagine del repertorio per due chitarre, purtroppo sottovalutate da gran parte dei concertisti di oggi, che il duo “Ad Libitum” ha saputo eseguire con straordinaria maestria e padronanza grazie ad un intenso lavoro di perfezionamento musicale e di ricerca.





“Elegante”, “coinvolgente” potrebbero essere due parole adatte a descrivere con efficacia l’esecuzione delle “Serenate”. Già con la prima il Duo manifesta una raffinatezza esecutiva tale da rendere l’ascolto del pezzo particolarmente piacevole al pubblico e da coinvolgerlo delicatamente nello svolgimento musicale. Tale raffinatezza si spiega nell’approfondita preparazione tecnica e musicale dei due musicisti, che sono stati in grado di fare proprio il linguaggio dei pezzi e di comportarsi come un unico organismo. La chitarra di De Marchi si rivela propria di una vastissima gamma di sfumature timbriche e di una capacità di ascolto particolare, riuscendo a essere sempre protagonista dei propri episodi di maggior interesse tematico senza prevalere sull’altra chitarra, quella di Costantini, che a sua volta è in grado di offrire all’esecuzione una base musicale stabile e precisa completando alla perfezione l’esecuzione, che risulta estremamente solida e calibrata.
Il concerto prosegue nella seconda parte con l’esecuzione solista di due pezzi: “Obsequio a el Maestro” di Mario Castelnuovo-Tedesco da parte di De Marchi e “La Maja de Goya” di Enrique Granados da parte di Costantini. Il programma si chiude di nuovo con il duo, che esegue due trascrizioni di brani pianistici di Isaac Albeniz. “Tango Espanol” e “Sevilla”, riproponendo l'influenza, nell'immaginario del compositore spagnolo, di suggestioni provenienti rispettivamente dal mondo musicale ispano-americano e da quello andaluso.
Al termine della serata, il duo offre come fuori programma “Modinha” del brasiliano Celso Machado.
Meritano una particolare attenzione gli interventi solistici.
Evocativa ed affascinante la lettura operata da De Marchi di “Obsequio a el maestro” di Castelnuovo-Tedesco, che risuona elegantemente all’interno della sala dell’antico Palazzo da Mula. Il pezzo, di cui l'interprete sembra aver interpretato al meglio la scrittura, fa parte di una raccolta di chiamata “Caprichos de Goya”, ispirata ai “Caprichos” del celebre pittore ed incisore Francisco Goya. De Marchi riesce a trascinare l'animo degli ascoltatori attraverso un percorso di immagini malinconiche, frutto di una particolare abilità di ascolto comune solo a pochi; di questa capacità si rivela padrone anche Costantini nell’esecuzione de “La Maja de Goya” di Granados, nella trascrizione di Miguel Llobet. Da apprezzare è il modo in cui Costantini riesce a risolvere i passaggi strumentalmente più impegnativi ed ostici, conferendo loro una sonorità naturale.
Scopriamo così che l'effetto provocato sul pubblico da “Obsequio al Maestro” scaturisce anche dall’esecuzione de “La Maja de Goya”. Infine, “Tango Espanol” e “Sevilla” confermano l’abilità tecnico-musicale e la solidità d'insieme del duo.Particolare di conseguenza l’apprezzamento del pubblico, il quale ha tributato ai giovani interpreti un meritato e caloroso apprezzamento.

Riccardo Giubilato

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