martedì 6 gennaio 2009

Recensione di The guitar music of the next age di Eugenio Becherucci di Empedocle70



Titolo curioso quello di questo cd, che a un ascoltatore sospettoso potrebbe rivangare il passato di una certa “new age”, in molti casi sinonimo di una certa superficialità e di un esotismo-misticismo di bassa lega, nonostante alcune opere di valore realizzate da innovatori come Michael Hedges e Alex De Grassi. Non ci troviamo assolutamente in quei paraggi ma decisamente immersi nel un panorama musicale contemporaneo. Si tratta di undici musiche composte da Marco Gammanossi, Nicola Jappelli, Eugenio Becherucci, Bruno Giuffredi, Franco Cavallone, Giovanni Podera e Vittorio Vinay (quasi tutti chitarristi) scritte negli ultimi dodici anni, ben incise e interpretate con serietà e dedizione da Eugenio Becherucci. Come indicato nel libretto che accompagna il CD, in esso è possibile apprezzare le visioni musicali di questi diversi autori, di ascoltare la varietà di stili e le differenti scelte operate dagli stessi in rapporto alla scrittura e ai diversi indirizzi di ricerca (si va dal modale-tonale all’atonale-seriale). Il tutto però con un comune denominatore: l’attenzione di tutti verso i colori e la timbrica della chitarra, con risultati che mettono in risalto le potenzialità espressive del nostro strumento preferito e che mantengono sempre viva l’attenzione dell’ascoltatore con il risultato di un ascolto gradevole e mai pesante.
Forse, alla fine, più che di “next age” si dovrebbe parlare più di crossover: non si registrano forme musicali di rottura o di contrapposizione verso la tradizione, il nuovo qui si guarda al passato e sale sulle sue spalle per cercare nuovi traguardi e soluzioni innovative. Il bel suono dell chitarra di Becherucci, tondo, caldo e colorato ben evidenzia i brani presentati a testimonianza delle sue capacità interpretative e compositive: Notturno Indiano e Tema sono infatti sue creature musicali.
Empedocle70

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