mercoledì 10 febbraio 2010

L'età oscura del Tango di Rubén Andrés Costanzo parte terza

Non è soltanto Piazzolla l'unico a promuovere un rinnovamento nel tango: il pianista Horacio Salgàn, più rivoluzionario di Troilo e Pugliese ma meno di Piazzolla, crea infatti per il tango un nuovo suono con influenze jazz. Secondo Salgàn tra lui e Piazzolla esiste un paradosso: che lui ha sempre voluto entrare nel tango, mentre Piazzolla ne voleva uscire. Purtroppo le sue orchestre non ebbero successo commerciale, la prima si siolse nel 1947, la forma di nuovo nel 1950 e la sciolse nel 1957; in seguito Salgàn formò un duo con il chitarrista Ubaldo de Lio (con il quale ha continuato ad esibirsi fino pochi anni fa) e ricostituiva la sua orchestra ogni volta che si presentava l'opportunità di registrare un LP o un fare concerto9.
Il tango come ballo iniziò il suo declino negli anni '50, di fronte alla concorrenza dei ritmi "tropicali": molto più orecchiabili, più adatti al ballo e più semplici da imparare. Negli anni '60 arrivò un altro concorrente del tango: la new wave accentuando sempre di più il declino di questo ballo che, fino a metà degli anni '80 rimase relegato a poche milongas (balere) per vecchi nostalgici. Diversa sorte toccò al tango-spettacolo che, grazie alle virtù artistiche di Carlos Copes, rimase sui palcoscenici del mondo sino dagli anni '50.
L'inizio di un declino nella popolarità non corrisponde necessariamente ad un declino qualitativo; in questi anni infatti molti autori hanno scritto sul tango, lasciando lo stile nostalgico dei narratori precedenti10; e considerandolo invece come un fenomeno sociologico culturale, che apparteneva al saggista e che poteva essere analizzato come qualsiasi oggetto di studio. Nel 1956 Tulio Carella pubblica il saggio El Tango. Mito y esencia11 dove, a pagina 114, ammonisce i tangueros conservatori: "… se il tango si lascerà rinnovare, presto gli vedremo una faccia nuova. Se no, sarà semplicemente un fatto storico e dovremo considerarlo come una danza folkloristica in più". Continua il suo discorso con un elenco delle cose nuove che vive la città: apporti tecnologici, nuovi mezzi di comunicazione che il tango non riusciva ad incorporare.
Nel 1965 Idea Vilariño pubblica il suo libro Letras de Tango12 applicando il metodo usato per l'analisi di testi folcloristici ai testi di tango (anche se il tango non è musica folcloristica13); l'autrice sottolinea nel suo saggio la mancanza di un registro sistematico dei tanghi e mette in risalto, già in quegli anni, il carattere “tradizionale” del tango: vale a dire che il tango non era più l'espressione di una cultura viva ma apparteneva a quella di una volta
Due libri che vanno citati insieme: El tango y su Mundo14 dell'uruguayano Daniel Vidart e Sociologia del Tango15 di Julio Mafud. Il lavoro di Vidart, pubblicato nel 1967, raccoglie una serie di suoi articoli apparsi nel 1958 sul giornale Epoca, mentre quello di Mafud viene pubblicato nel 1966. Ho fatto questa osservazione perché Vidart accusa Mafud di "plagio distratto" solo sul titolo dell'opera, che era stato usato da Vidart in un articolo pubblicato nel 1956, con l'intenzione di usarlo come titolo in una futura pubblicazione. Al di là di questa diatriba, entrambi affrontano l'argomento in maniera “scientifica”, come nel caso della Vilariño, sottolineando il carattere di un tango che diventava negli anni '60 sempre più “tradizionale” e non attuale, interrogandosi entrambi sul futuro del tango come essenza della cultura rioplatense.
Nella città della Psicanalisi (Buenos Aires conta 1 psicanalista ogni 940 abitanti) non poteva mancare il libro Psicopatologia del Tango16 di Roberto Puerta Crüse, pubblicato nel 1959. Alla fine degli anni '60 un professore di Economia dell'Università di Buenos Aires pubblica Politica y Tango17 con un saggio finale sull'influenza culturale del tango sulla politica e di questa sull'economia. Un libro di Horacio Salas Il tango18 pubblicato in Italia nel 1992, porta una prefazione dello scrittore Ernesto Sabato; quello che sia l'autore che l'editore dimenticano di segnalare al lettore è che quella prefazione apparteneva ad un altro libro: Tango Dicusion i clave19, pubblicato nel 1963 da Sabato con la collaborazione di T. Di Paula, Noemì Lagos y Tulio Pizzini, un saggio dove si discute sulla metafisica del tango confrontando le opinioni più polemiche sulla canzone rioplatense.
Del 1969 è il libro di Blas Matamoro La ciudad del Tango. Tango historico e sociedad20 il suo ultimo capitolo dedicato agli anni '50 e '60 sono stati una guida per la redazione di questo articolo, ma in tutto il libro l'approccio al tango ha una chiarezza e una documentazione non usuale. Spero che prima o poi un editore italiano decida di pubblicarlo (la traduzione si trova nel mio PC).
Nel 1970 Horacio Ferrer pubblica: El libro del Tango. Historia e Imàgenes21, una vera e propria enciclopedia del tango dove, in ordine alfabetico, vengono elencati e commentati autori, interpreti, luoghi, tanghi famosi e parole gergali della galassia tango. Rimangono fuori da questa mia elencazione tanti altri testi importanti.
Un'altra iniziativa importante fu quella di José Gobello che, nel 1962. fonda la academia porteña del lunfardo, istituzione ancora esistente, dedicata allo studio del linguaggio del tango e della cultura rioplatense.22

5. L'età oscura de Tango. Parte prima
5. L'età oscura de Tango. Parte seconda
5. L'età oscura de Tango. Parte terza
5. L'età oscura de Tango. Parte quarta
5. L'età oscura de Tango. Parte quinta
5. L'età oscura de Tango. Parte sesta

9 Horacio Salas. Il tango. Ed. Garzanti. Milano 1992 pagina 347
10 Ci sono stati grandi musicologi come Carlos Vega e Gesualdo che hanno studiato il tango in forma scientifica, anche J.L. Borges e Vicente Rossi hanno dato una testimonianza sul tango ma non una vera ricerca musicologica Un libro fondamentale nella letteratura anneddotica e nostalgica del tango è La historia del tango dei fratelli Hèctor e Luis Bates pubblicato nel 1936.
11 Tulio Carella. El tango. Mito y esencia. Ediciones Doble p Buenos Aires 1956
12 Idea Vilariño. Las letras de Tango. La Forma Temas y Motivos. Editorial Schapire srl. Buenos Aires 1965
13 Perchè una musica sia considerata folcloristica deve essere di origine anonima e appartenere alla tradizione culturale di un popolo.
14 Daniel Vidart, El Tango y su mundo. Ediciones Tauro. Montevideo. 1967
15 Julio Mafud. Sociologia del Tango. Editorial Americalee. Buenos Aires 1966
16 Roberto Puertas Crüse. Psicopatologia del tango. Editorial Sophos. Buenos Aires 1959
17 Alfredo A. Mascia. Politica y Tango. Editorial Paidos, Buenos Aires. 1970
18 Horacio Salas. Op. cit.
19 Ernesto Sabato ed Alt. Tango Discusiòn y Clave. Editorial Losada Buenos Aires. 1963
20 Blas Matamoro. La Ciudad del Tango (Tango historico y sociedad). Editorial Galerna. Buenos Aires 1969
21 Horacio Ferre. El libro del Tngo Historia e Imàgenes. Ediciones Osorio-Vargas. Buenos Aires 1970. in due volumi
22 Vedere l'articolo: Lunfardo una lingua per il Tango? in questo blog

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