giovedì 21 aprile 2011

Intervista al Bach Guitar Duo, terza parte


I brani che voi presentate sono tutte trascrizioni. La chitarra sembra soffrire, almeno per chi esegue un repertorio classico, di una repertorio ristretto soprattutto se paragonato a quello di altri strumenti, per molto tempo le trascrizioni hanno rappresentato una soluzione ideale, assieme a quella di richiedere a compositori contemporanei nuove musiche, per allargare questo repertorio. La musica barocca, lo abbiamo già visto nel caso del vostro cd dedicato a Bach, sembra essere particolarmente prodiga di soluzioni interessanti per chi vuole trascriverla, come mai questa efficace possibilità di “conversione” verso nuovi strumenti e .. forse “trascrivere” non vuol dire anche “riscrivere”? Rileggere? Tradurre?

F.B. E' vero: soffriamo di una certa limitatezza nel repertorio, ma non certo riguardo alla quantità! Piuttosto è relativamente alla qualità che sorgono alcuni problemi. Ma questo non è certo vero nell'ambito della musica contemporanea, dove la messe di opere chitarristiche di altissimo livello è davvero interessante. Nella musica dei secoli scorsi, dove la presenza della chitarra come strumento solistico è confinata alle composizioni di chitarristi, a volte si avverte un evidente salto di qualità fra le varie opere, non sempre di altissima ispirazione compositiva pur se ben scritte. Tutti i compositori che noi abbiamo proposto, sia in registrazioni, sia in concerto, non hanno mai scritto per chitarra. Non riesco ad immaginare che Bach potesse scrivere per chitarra, come non l'hanno fatto i suoi contemporanei, per la semplice ragione che la chitarra era estranea al mondo musicale di certa musica "ufficiale", sacra o profana. Pur esistendo, in veste strumentale differente da quella odierna, e avendo una vasta platea di estimatori, la chitarra viveva di musiche considerate più "leggere" e vicine ad una sensibilità artistica più accessibile. Solo oggi si sta parzialmente superando questo concetto "ghettizzante", che vede il nostro strumento a volte escluso da quella che da alcuni viene considerata la musica con la M maiuscola. Segovia fu l'artefice dell'avvìo di questo superamento, ma ricordiamoci che ancora molta strada deve essere percorsa. Poi la chitarra, nelle sue varie forme, vive in una miriade di diversi mondi musicali, che ne formano la ricchezza e la diffusione in tutto il mondo, forse più di qualunque altro strumento.
Ora trascrivere musica che un tempo sarebbe stata inconcepibile sulla chitarra per il Bach Guitar Duo è un'operazione non priva di tranelli. Il primo rischio è quello del voler ad ogni costo produrre un brano filologicamente aderente all'originale: è un errore grave, poichè la trascrizione inevitabilmente muta l'originale in qualcosa d'altro. Il brano è "tradotto" in un idioma diverso, e come ogni buona traduzione, deve essere in parte adattato per suonare bene nel nuovo idioma. Credo che la trascrizione migliore sia quella che risulta quasi più convincente nel nuovo allestimento strumentale che in quello originario. Non è un'operazione filologica, e noi ne siamo consapevoli. Chiediamo solo a noi stessi: è credibile il brano in questa versione per due chitarre? Se la risposta è affermativa è un successo: non abbiamo tolto nulla a Bach o a Telemann, ma abbiamo aggiunto qualcosa alla musica, una nuova possibilità, una diversa chiave di lettura.

Entrambi svolgete attività di insegnamento, com’è la situazione nel mondo del Conservatorio dopo la riforma Gelmini? E’ cambiato qualcosa?

F.B. Importante, oltre che riformare, sarebbe "investire" nel mondo della cultura. Non mi sembra che finora questo venga fatto. Comunque i Conservatori stanno subendo un lungo processo riformatore che è iniziato molto prima dell'attuale Ministro, e che sta vedendo solo ora un suo sviluppo. Una gestazione che è stata lunga e travagliata, ma che speriamo non risulti negativa o tale da far rimpiangere il "vecchio" ordinamento. Ora il Conservatorio diventa una sorta di università della musica, con un triennio, seguito da un biennio, al quale si accede dopo la maturità. Non sono ancora del tutto definiti i percorsi di preparazione al nuovo Conservatorio, che si stanno predisponendo in questi mesi, cioè l'area "pre-accademica". Faticosamente e con qualche ineliminabile intoppo si sta comunque procedendo, nella speranza di mantenere comunque alto il livello dell'istruzione musicale nel nostro paese. Sicuramente è cambiato qualcosa: i docenti sono ora chiamati in prima persona a gestire il cambiamento, con nuovi programmi, nuove discipline, nuove strategie didattiche. Se tutto questo sarà positivo lo potremo valutare solo fra qualche anno, alla luce dei primi risultati della riforma. Se la preparazione degli studenti risulterà più completa ed efficace rispetto al passato concluderemo che i nuovi cicli di studio dei Conservatori riformati sono stati cosa buona e giusta...

V.N. Insegno nei corsi ad Indirizzo musicale nella Scuola Media, ora denominata Scuola Secondaria di 1° grado. Purtroppo, non in tutte le province d'Italia vi è un liceo musicale per cui, all'alunno che volesse continuare il percorso, verrebbe preclusa l'opportunità di continuare lo studio dello strumento. E' quindi auspicabile la creazione di un numero adeguato di nuovi licei su tutto il territorio nazionale, per far sì che il percorso non venga interrotto e possa proseguire fino al Conservatorio, nei trienni e bienni.

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