mercoledì 3 aprile 2013

Recensione di Sound Act di Daniele Camarda, cdbaby




Il basso elettrico è sempre stato uno strumento un po’ sottodimensionato, soprattutto in ambito rock. Frank Zappa diceva che il rapporto tra il basso e la chitarra era un po’ come quello tra la viola e il violino, se non riuscivi in uno finivi a suonare l’altro. In realtà le cose non sono andate proprio così. Il basso elettrico è riuscito infatti negli anni 70’ e 80’ a godere di una certa popolarità e di un sicuro rispetto grazie a musicisti eccezionali come John Paul Jones, Jack Bruce, Jaco Pastorius, Stanley Clarke, Jeff Berlin che hanno contribuito di molto a elevare il livello qualitativo dello strumento portandolo a nuovi livelli di stima e anche di popolarità.
In tempi più recenti mi viene in mente il nome di Squarepusher che è riuscito a fondere un virtuosismo stilistico tipico da parte di chi proviene dal jazz-rock con i macchinari e i ritmi della techno creando un mix avvincente e degli spettacoli davvero interessanti, riuscendo a superare l’impasse creativa che ha colpito un po’ tutti i suoi colleghi Djay (Aphex Twin in primis).
Daniele Camarda sembra appartenere un po’ a tutte e due le generazioni, questo suo eccellente Sound Act (cd autoprodotto su cdbaby) pesca sia da un suono jazz rock, pastoso e nasale, sia dalle possibilità offerte da una pedaliera di effetti e di possibilità informatiche da laptop, portando i suoi strumenti a nuovi livelli. Camarda sa intrecciare tra loro i suoni che produce, li sa modificare, ci sa giocare e sa innovare, e lo fa con gran gusto riuscendo anche a essere melodico e orecchiabile, cosa che non guasta in questi tempi di avanguardie dalle abrasioni feroci.
Spero di riuscire a vederlo dal vivo: se riesce a riprodurre sul palcoscenico le sovraincisioni e gli effetti che si ascoltano sul disco Squarepusher, ovvero Thomas Jenkinson, può andare a nascondersi.

http://danielecamarda.bandcamp.com/album/sound-act

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