lunedì 17 marzo 2014

Supernova - Intervista con Flavio Nati



Quando hai iniziato a suonare la chitarra e perché? Che studi hai fatto e qual è il tuo background musicale? Con che chitarre suoni e con cui hai suonato?

Ho iniziato a suonare a 8 anni, come molti un po’ per caso e un po’ per gioco. Ho iniziato in una scuola di quartiere vicino casa mia con Maurizio Greco, un insegnante bravo che non mi ha mai forzato e ha sempre lasciato che scoprissi la chitarra a modo mio. Quando ho capito che suonare mi piaceva davvero (devo dire dopo vari anni però!) ho cominciato ad impegnarmi sempre di più, a studiare brani più difficili e a dedicare più tempo sullo strumento… Così è successo che questo insegnante mi ha presentato a suo volta al suo maestro, Giuliano Balestra, che era da poco andato in pensione dal Conservatorio di Santa Cecilia. Tutto questo è successo nel 2007: ho iniziato a seguire Balestra nelle masterclass annuali, poi nei corsi di perfezionamento estivi… è stato un po’ come entrare nella sua classe di conservatorio, anche i suoi ex alunni continuavano a seguirlo, e sono tuttora in contatto con questo bel gruppo di persone…
Poi finalmente ho preso la grande decisione di entrare in conservatorio: è così cominciato il mio periodo di studio con Arturo Tallini, il quale mi ha aperto un mondo, o meglio mi ha aperto al mondo della musica, dandomi prospettive totalmente inaspettate, nel senso che è riuscito a tirare fuori quello che prima non pensavo fosse neanche lontanamente possibile, sia tecnicamente che espressivamente, spingendomi ogni volta verso qualcosa di nuovo… Sono stato nella sua classe in conservatorio per tre anni, che sono letteralmente volati. Nel 2012 mi sono diplomato e ho deciso di trasferirmi in Olanda per seguire un biennio di specializzazione con Carlo Marchione, a Maastricht, al confine col Belgio. Anche con Carlo mi trovo molto bene, è un musicista e un insegnante splendido, la classe è di ottimo livello e sono contento del corso in generale: rispetto ad un biennio in Italia ho molte meno materie complementari, il che permette di concentrarmi molto di più sullo studio dello strumento, riuscendo anche a trovare del tempo per me stesso. Devo però ammettere che – venendo da Roma – una città di 100.000 abitanti possa risultare un po’ “stretta” dopo quasi due anni: in fondo l’Italia, con tutti i suoi difetti, un pochino mi manca…
Al momento suono una chitarra in cedro del liutaio canadese Mikhail Robert del 2005. È una chitarra comodissima, con un suono magnifico e che sono contentissimo di avere. Ogni tanto penso di spremerla un po’ troppo tra viaggi, concerti, concorsi, prove, però per il momento è meglio così… In passato ho suonato anche una Mancini & Locci, del 1992 se non sbaglio, una chitarra italiano costruita su modello Ramirez, dal suono veramente bello ma con un manico durissimo, un vero peccato! È un po’ di tempo invece che stavo pensando di cercare una chitarra romantica, in quanto credo che mi possa veramente aprire un mondo per l’interpretazione della musica dell’Ottocento: chissà che non riesca a trovarla presto…

Quali sono state e sono le tue principali influenze musicali?
Ho cercato sempre di trarre molta ispirazione dai miei maestri, non solo dal punto di vista tecnico o strumentale, ma anche dal punto di vista umano, quello più personale, cioè quell’aspetto che in fondo rende dei “semplici” musicisti di mestiere (che già non è per niente semplice di per sé) dei veri e propri artisti a tutto tondo. Ogni maestro che ho seguito ha avuto – con la sua differente personalità – una forte influenza sul mio essere chitarrista e soprattutto musicista.
Poi c’è stato il mondo del rock, infatti ho suonato anche la chitarra elettrica per un lungo periodo. È stato un percorso molto stimolante anche perché ho studiato praticamente tutto da solo, semplicemente ascoltando cd e imitando i grandi chitarristi: Hendrix, Page, Clapton, Gilmour… Il fatto di essere stato “autodidatta” (anche se il percorso classico mi ha aiutato enormemente come è ovvio che sia) mi ha permesso di fare affidamento molto di più sull’istinto, un aspetto dal mio punto di vista assolutamente da non sottovalutare anche per i musicisti classici e che con piacere tengo da parte nel mio bagaglio musicale. Poi con Supernova ho dovuto rispolverare la mia Stratocaster, sinceramente non pensavo potesse divertirmi ancora così tanto quel mondo, così distante eppure così vicino!

Cosa ti ha spinto a entrare in Supernova?
Prima di tutto la voglia di continuare a lavorare a contatto col mio insegnante Arturo Tallini: è una persona che mi riempie ogni volta di nuovi stimoli, propone sempre una prospettiva diversa, del tutto personale, ma in fondo sempre coerente con sé stessa perché frutto di una profonda ricerca su di sé. Questa è una delle cose più importanti che mi ha insegnato e che mi hanno fatto crescere infinitamente, come musicista e come persona… Poi la voglia di avere un momento di incontro con gli altri membri di Supernova, che sono tutti miei grandi amici nonché bravissimi colleghi musicisti! Troppo spesso infatti ci siamo incontrati in occasioni tali, soprattutto nei concorsi, che non avevamo del tempo da passare insieme in tranquillità… Beninteso anche alle prove in realtà si lavora tantissimo, ogni volta sono due giorni di attività frenetica, ma riusciamo sempre a trovare dei momenti da passare tutti insieme e fare gruppo, che è un aspetto essenziale del fare musica in un progetto di questo tipo.

Quali sono i tuoi futuri altri progetti?
Al momento ho varie cose in mente per la mia carriera solistica: continuerò a studiare nuovo repertorio e a partecipare ai vari concorsi, che sono sempre uno stimolo per me, anche se vorrei diminuire un po’ il numero per concentrarmi piuttosto sulla qualità.

Suono anche in duo con una flautista, Gloria Ammendola, con la quale avevamo in mente di preparare un programma tutto italiano, focalizzandoci soprattutto sul Novecento: è un repertorio in genere poco battuto ma di grande interesse, che cerca di superare quei cliché che questo tipo di formazione si porta appresso fin dalla musica del diciannovesimo secolo. Chissà - magari in futuro potrà uscirne fuori un cd!

Contatti:

www.facebook.com/flavionatiguitar www.youtube.com/flavionati


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